Percorso 1, testimonianze antiche – In questo primo ambiente vi è l’esposizione dei reperti archeologici afferenti a siti del territorio diocesano lasciati in custodia alla Diocesi sin dalla metà degli anni Settanta del Secolo XX. Oltre a statue, sculture e vasellame troviamo “l’ara” di Foro Popilio, proviente dalla zona antistante la chiesa di Santa Maria in Foro Claudio in Ventaroli.
Percorso 2, le origini della Diocesi – dai primi secoli del cristianesimo al romanico – In questa sezione si propone l’esposizione degli oggetti provenienti dalla “Catacomba di San Casto” in Sessa Aurunca. La datazione degli oggetti è inquadrabile in un arco cronologico ampio con oggetti riferibili a periodi successivi all’utilizzo originario del sito. Tra questi le pitture parietali ad affresco, distaccate e successivamente restaurate alla metà del sec. XX.
Percorso 3, La committenza laicale e gli ordini religiosi – In questa sala trovano posto alcune delle numerose opere d’arte ancora conservate presso i depositi della Diocesi provenienti dalla soppressione di diversi ordini religiosi presenti in Sessa. Alcuni di questi beni provengono dalla chiesa di San Francesco in Sessa Aurunca a testimonianza di una committenza laicale, in special modo dei signori Marzano, a favore dell’ordine francescano degli “Osservanti”.
Percorso 4, iconografia di Santi – Le opere di questa sala potrebbero verosimilmente provenire dai tanti conventi prevalentemente “francescani” a seguito della soppressione, oppure durante gli anni Ottanta del Ventesimo secolo per motivi di tutela a seguito degli eventi sismici. Un piccolo nucleo di opere è, invece, proveniente dagli ambienti della Cattedrale ad uso del Capitolo Cattedrale.